Pietro Caruso (Napoli, 24 marzo 1899 – Roma, 22 settembre 1944) è stato un funzionario di polizia italiano, noto per il suo ruolo di Questore di Roma durante l'occupazione nazista.
La sua figura è controversa e legata a episodi di repressione e collaborazionismo con le forze d'occupazione tedesche. Caruso si distinse per la sua spietatezza e per la sua partecipazione attiva nell'arresto e nella consegna ai tedeschi di numerosi partigiani, antifascisti ed ebrei.
Fu nominato Questore dopo la liberazione di Mussolini e la costituzione della Repubblica Sociale Italiana (RSI). In questo ruolo, si rese responsabile di crimini di guerra e di collaborazionismo.
Dopo la liberazione di Roma nel giugno 1944, Caruso fu arrestato e processato per collaborazionismo e tradimento. Il processo si concluse rapidamente con una condanna a morte. Venne fucilato nel settembre dello stesso anno, nel cortile della fortezza di Forte Bravetta, lo stesso luogo dove molti dei suoi prigionieri erano stati giustiziati.
La sua vicenda è un esempio emblematico del collaborazionismo durante la Seconda Guerra Mondiale e del coinvolgimento di figure italiane nella repressione nazista.
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